…ed è giunto il momento di sciogliere le vele.
Ho combattuto la buona battaglia,
ho terminato la mia corsa,
ho conservato la fede.
San Paolo (II lettera a Timoteo. 4,6)
Il biennio rosso dominato dalla paura dei bolscevichi e l’introduzione dell’euro possiamo indicarli come i fatti che delimitano la sua esistenza terrena, aiutati in questo schema da quelle due date così nette, la nascita e la dipartita di Don Alfonso.
Più difficile inquadrare i fondamentali della sua formazione. Ma brevemente dobbiamo farlo per capire da quali fonti abbia attinto l’energia che gli ha permesso di contrastare le forze negative del secolo ventesimo.
Non è scontato partire dai testi biblici, in particolare le beatitudini, passando attraverso l’insegnamento dei grandi maestri religiosi dell’800 che gli hanno fatto capire come attuare e vivere il legame tra principio dottrinale e comportamento di vita, fino ad arrivare alle intuizioni pedagogiche, una fra tutte quella di Mario Mazza. Sicuramente l’ha ispirato quel passo in cui l’autore illustra il metodo della ricerca naturalistica, dopo aver indicato gli ambiti da conoscere:
“La selva, il campo, la riva, non sono vocaboli e trattati, sono misteri da spiegare, problemi da scoprire per poi risolverli, e da risolvere per ricavarne altri problemi ancora” (da “Scuola come esplorazione”).
Malo 28 settembre 1945
Papà e mamma carissimi,
…qui davanti sul tavolino ho sempre la tua fotografia o mamma, in atteggiamento sorridente sullo sfondo del Seminario. Beh spero non penserete mica male per questo mio solito ritardo nello scrivere…La vita dell’oratorio con i suoi giochi, le adunanze dei cari gruppi di giovani, assorbe gran parte della mia giornata, però qui è anche la mia vita a contatto con la gioventù allegra e generosa. Oh se poteste essere qui verso le 5 – 6 di ogni giorno, vicino a me nel mio oratorio, nello spazioso campo dove giocano 20-30 ragazzi abbastanza grandi al calcio fino a consumare quelle povere scarpe; più in su un cortiletto dove giocano altri 20-30 di più piccoli pure al pallone ma con le mani, da una parte un gruppetto sparso attorno ad un tavolo o ad una dama o ad un qualche piccolo gioco. Verso le 6 un lungo fischio: tutti si mettono per due, entrano in una stanza, dicono alcune preghiere, ascoltano un fatterello, si fa un canto gioioso e poi via a casa. Domani tutte le parrocchie del Vicariato verranno qui a Malo per un congresso attorno al santuario della Madonna: sarà una festa importante che farà tanto e tanto bene….Unitevi alle mie preghiere perché il Signore benedica il mio Oratorio e tutti i miei giovani, grandi e piccoli, affinché tutti uniti nella gioia attorno a Gesù si possa crescere nella bontà e nella serietà della vita cristiana… .
Questa lettera è importante: i genitori devono capire quanto il figlio ci tenga a far loro conoscere quanto siano piene le sue giornate e quanto lo tengano occupato gli impegni che gli derivano dall’essere entrato, dopo l’ordinazione sacerdotale, in una nuova famiglia; noi che la leggiamo vi troviamo espressa la sua visione della vita: a ciascun giorno il suo affanno, il sorriso, la ricerca della felicità degli altri. Senza moralismi, solo sapienza didattica.
Nessuna ombra allora nel suo carattere? Lui stesso invitava a rimanere lontani dalle facili adulazioni: non fate di me un santino e l’hanno obbedito in questo le testimonianze che accennano ad una sua eccessiva faziosità nel difendere la propria buona fede o nell’esercitare uno zelo fuori luogo contro certi fumetti. Per capirci, non ce l’aveva con TEX, ruspante avventuriero troppo impegnato con la pistola per fare il Robin Hood, ma solo con quelle stampe che vendevano violenza a buon mercato e, quel che è peggio, fine a sé stessa. Eh, sì, perché la crociata “guerra alle disuguaglianze” rientrava nei suoi propositi di cappellano battagliero.
Nelle pagine centrali di questo numero è pubblicata la pergamena ideata da Silvio Sartori. I boccoli degli orli, la ceralacca, le immagini simbolo di una stagione della vita che dovrebbe essere per tutti spensierata, quei 187 nomi… quanto costa tutto questo, ma soprattutto quale storia racconta ciascuno di essi, presi uno a uno? Questo sapeva fare Don Alfonso: formare il gruppo, ma non dimenticare mai che il gruppo lo rendono attivo le singole persone, non persone qualunque.
Isolare una pagina da un libro si corre il pericolo di far torto alle altre, ma quel ricordo pubblicato su “Malo 74” del Febbraio 1984 se lo merita. Non foss’altro perché gli autori firmandosi “Un gruppo di suoi collaboratori” hanno dato una bella lezione di riconoscenza facendo sì che rimanendo testimoni in seconda fila, quasi prefigurando derive future ben più pericolose, risultasse meglio il suo ritratto in tutti gli aspetti del suo carattere e della sua vita. Ecco il passaggio: “E soprattutto non creava gruppi separati per non generare steccati e rivalità. Lo stesso pericolo di fare del circolo (cioè l’oratorio) un ghetto, veniva scongiurato perché riusciva a rendere comunicanti le varie tribune e istituzioni paesane: la piazza, il bar, la chiesa.
Questa testimonianza bisognerà rileggerla integralmente per scoprire quanto fosse lungo l’elenco di chi ha condiviso con lui impegno, soddisfazioni, responsabilità.
Adesso, dopo la mostra fotografica del Settembre 2011, con questo secondo tributo di gratitudine al nostro cappellano, promosso parroco, poi monsignore e cappellano di Sua Santità, possiamo chiederci: cosa ci lascia Don Alfonso?
In breve:
di scritto, che non è tanto, ma neanche poco, un indimenticabile ricordo del prete Don Mario Viale che ha diretto la parrocchia di Prova dal 1936 al 1962 e di cui nel ’92 Don Alfonso riconosce il merito della costruzione della chiesa parrocchiale di Prova, suo paese natale, con quel passaggio pietra su pietra che a noi ha suggerito il richiamo alla tenda;
le lettere ai genitori (la prima porta la data 23 Agosto 1945, era arrivato a malo l’11 Agosto) anche se non si perdonerà mai di non essere stato più generoso in questa corrispondenza con la famiglia;
le lettere con le maestranze delle aziende dalle quali riceveva le attrezzature per la sua scuola del Maglio;
alcune prediche, interventi sui temi di attualità, il testamento spirituale.
Ma riteniamo che l’eredità più bella sia quella che ci lascia il suo esempio, che risplende là sulla collina. E per non dimenticarlo mai sarà sufficiente che tu, ospite di passaggio, cammini, riprenda i tuoi passi
“…ma prima
un ramo aggiungi alla fiamma
del focolare e una pigna
matura alla cesta gettata
nel canto…”
Terenzio Altini
IL LIBRO SU DON ALFONSO ZECCHIN
Ho accettato volentieri di presiedere il comitato che ha lavorato per questo libro,
perchè vi ho visto l’entusiasmo e l’occasione di dimostrare doverosa e riconoscente
memoria a una persona con cui ho lavorato per tanti anni e a cui sono rimasto vicino
fino agli ultimi momenti della sua vita.
Il mio grazie va a tutte le persone di Prova, Malo e Maglio che hanno regalato il loro
tempo per tagliare questo importante traguardo di gratitudine per don Alfonso, in
particolare l’Associazione Pro Malo che, da subito, ha sostenuto l’iniziativa.
Già dal lontano 2011, con la bella Mostra Fotografica a Malo, abbiamo cominciato a
coltivare l’idea che il nostro cappellano meritava un’ulteriore attestazione di benevolenza.
Pensiamo di aver raggiunto lo scopo riunendo in queste pagine tante testimonianze
e quindi rinnoviamo il grazie a tutti quelli che hanno collaborato.
Seguendo l’esempio di don Alfonso, prendiamo l’impegno perchè il ricavato del libro
vada in opere di beneficenza.