Con un po’ di ritardo ci occupiamo anche noi del bicentenario della scomparsa di Napoleone e del suo passaggio a Malo durante la Campagna d’Italia. Tutti noi conosciamo la storia del condottiero francese, se non tutta almeno “bona parte”. Ma pochi sanno del suo approdo in terra maladense in un momento cruciale della sua esistenza. Pare che Il 10 luglio 1809 Schio si ribellò all’invasione transalpina e formò un suo governo. Ma a Malo Napoleone passò una decina d’anni prima e noi possiamo svelare cosa accadde. Appena giunto in paese passò per la chiesa, per vedere se c’era qualche tesoro da trafugare ma fu scacciato dal sacrestano. Poi andò in canonica ma non trovò nessuno. Il parroco era in ferie in Costa Azzurra e don Luca, sacerdote part time, era al lavoro per sistemare il verde del paese. Qualcuno gli indicò il nome di chi poteva aiutarlo, ovvero il maestro Saccardo. Si presentò in via Grisi e suonò il campanello con la mano libera (l’altra ce l’aveva sempre infilata nel giubbotto militare). Il maestro venne alla porta e chiese: <Chi è lei?>. <Sono corso>, rispose Napoleone. Il maestro replicò: <Si dice, “ho corso” > e gli sbattè la porta in faccia. In verità, essendo originario dalla Corsica, Napoleone poteva a pieno diritto riferirsi corso. Ci chiediamo infatti perché nelle nostre città ci siano tanti Corso Palladio, Corso Garibaldi e nessun Corso Napoleone…mah! Allora il prode condottiero si recò all’albergo Roma di via Chiesa, dove è storicamente provato che soggiornò. I carabinieri infatti lì si recarono, bussarono alla porta e chissero: <E’ qui Napoleone?>. <C’era>, risposero gli abergatori, che da allora si chiamano infatti Cera. Avendo bucato una ruota del carro imperiale, si recò nella bottega di Aldo Costeniero, che aveva appena aperto in via Liston. Non sapendo chi aveva di fronte, Aldo gli disse: <Si metta in fila che ho 50 bici da riparare prima…>. Pare si sia rifocillato all’osteria Al Canton, a quei tempi gestita da Giorgio e Franca che però non ricordano bene: <Xe passà qualche anno…>. Al confine del paese trovò Silvio Eupani, che gli cantò in faccia: …<All’alba vincerò…> Ma era appena pomeriggio e Napoleone disse che non poteva aspettare. Transitò con le sue truppe lungo il Timonchio dove fece togliere uno striscione in cui c’era scritto “No alla bretella>. La sua motivazione fu laconica: <Gli uomini di Molina sanno che senza bretella cadono le brache?> Poi lasciò Malo con molti rimpianti. Nessuno sa che prima di essere confinato all’Elba e a Sant’Elena, dove morì 200 anni fa, fu esiliato a Isola Vicentina, da dove fu allontanato perché era diventato ospite fisso del Birrone, dove amava raccontare che la sua disfatta fu un cesso, infatti avvenne a Water Loo….
P.S. Non sappiamo se il passaggio napoleonico sia come lo abbiamo descritto qui ma vogliamo rendere un doveroso omaggio a tre personaggi citati che non ci sono più, Giovanni Saccardo, Silvio Eupani e Aldo Costeniero. Loro sì che hanno fatto la storia di Malo….
A cura de “I Risi e Bisi”