Il Gruppo Speleologi Malo CAI al 50° anniversario di fondazione
Era il 12 Aprile del 1968 quando uno sparuto gruppo di giocatori di pallacanestro (allora non era ancora chiamato Basket) effettuava una escursione domenicale al Buso della Rana, ma non solo all’ingresso per cercare i famigerati dentini di squalo, ma molto più all’interno, superando anche i mitici “laghetti” con un canotto pneumatico.
L’impresa durò sei o sette ore e dalla grotta uscirono dei ragazzi talmente entusiasti della nuova avventura che decisero di continuarla formando un “Gruppo” su modello di quelli già esistenti a Schio e Vicenza. Il GSM era nato. Seguirono anni di intensa attività nelle grotte di casa: Buso della Rana in primis, ma anche sull’altopiano del Faedo (el Fèo) scendendo, con le scalette metalliche autocostruite, le numerose “spurghe”, sempre con la speranza di raggiungere dall’alto le gallerie del grande Buso della Rana.
Come illuminazione si usava il gas acetilene generato, in una bomboletta appesa alla cintura, dall’acqua gocciolante sopra il carburo di calcio. Da qui con un tubo di gomma esso veniva portato al caschetto dove un apposito ugello generava una piccola fiamma molto luminosa.
In questi ultimi anni l’illuminazione ad acetilene è stata sostituita dalla luce del led che ha permesso, oltre che maggiore autonomia e potenza di luce, un assoluto rispetto per la pulizia dell’ambiente ipogeo.
Nel 1972 nacque la Sezione di Malo del CAI e il GSM, come già a Schio e Vicenza, entrò nella grande famiglia del Club Alpino Italiano.
Per integrare le magre risorse fu deciso di partecipare al Carnevale di Malo allestendo dei Carri Mascherati che, dopo un inizio in sordina, ottennero nel 1976 il primo posto con “Lo squalo d’America”, parodia del film di Spielberg. Si estese l’attività verticale anche al vicino altopiano di Asiago e con i campi estivi si raggiunsero le Dolomiti e nel 1979 il primo campo nell’isola di Sardegna, dove scendemmo, tra l’altro, un grande pozzo verticale di quasi trecento metri.
Per il 15° anniversario venne allestita in sede della Pro Malo una mostra con esposizione di fotografie e materiale paleontologico (Fossili) trovati all’interno del Buso della Rana e Grotta della Poscola a Priabona.
Qualche nostro socio ha svolto (e svolge tutt’oggi) attività di volontariato nella Squadra vicentina del Corpo Nazionale di Soccorso Alpino e Speleologico. Essa effettuò un solo intervento di una certa gravità all’interno del Buso della Rana: il 12 giugno 1974. Lo scout padovano Sandro Bodin, arrampicando su per un ramo verticale, cadde restando senza conoscenza su un terrazzino battuto da forte stillicidio. Il trasporto all’esterno fu effettuato in circa 10 ore dalla squadra vicentina del CNSAS.
Alcuni soci del GSM hanno partecipato a spedizioni italiane in alcuni territori carsici del pianeta. Dal Messico a Cuba, a Samar nelle isole Filippine, sono state esplorate e topografate molte grandi cavità prima sconosciute. Da alcuni anni una disciplina sportiva molto simile alla speleologia sta contando sempre più seguaci: il Canyoning o Torrentismo. Vengono discesi i corsi d’acqua che scendono nei territori montuosi, quindi estremamente ricchi di salti e cascate, con tecniche e materiali molto simili a quelli usati in grotta.
Cinquant’anni quindi di attività che, come abbiamo capito, non si è rivolta solo ad esplorare le grotte, ma anche i torrenti, le montagne carsiche e tutto l’ambiente naturale collegato; non sono state dimenticate le nostre tradizioni cittadine, con le mostre e proiezioni fotografiche sempre apprezzate in occasione del “settembre maladense”. Per la divulgazione scritta va ricordato il bollettino interno “Papesatàn” con le relazioni ed i rilievi delle grotte scoperte. Tanto per ricordarne qualcuna: in Faedo, il Buso de Checo con pozzo interno di 70 metri, il Buso della Vecia che scende oltre 150 metri. In Altopiano di Asiago il Degobar (-480 m) e L’Abisso del Corno (-863 m). Ma in assoluto il “fiore all’occhiello” della nostra attività è stata la giunzione delle due grandi grotte del Faedo: il Buso della Rana e il Buso della Pisatéla. La natura le aveva separate con una grande frana lunga una trentina di metri e sono occorsi nove anni di lavori per scavare un cunicolo di giunzione, che è avvenuta il 12 marzo 2012 e ha portato lo sviluppo del complesso sotterraneo a ben 37 chilometri circa.
In occasione del cinquantennale è stato mandato in stampa il 5° numero del bollettino Papesatàn di 152 pagine in formato A4. In esso ritroviamo: la nostra storia raccontata in 10 lustri nel GSM Story, una ricerca promossa da Fabio Sartori sulla crescita della topografia del Buso della Rana nel corso degli anni, una relazione di Renato Gasparella su una uscita al Buso della Rana con gli Scout nel 1959 corredata da foto inedite, un’ampia relazione sulla giunzione, la recensione di un bel libro su una interessante grotta dei colli Berici scritto dal nostro Luca Gelain e molti articoli dei soci sulle nostre più interessanti scoperte speleologiche.
Cinquant’anni è un bel traguardo e per celebrarlo il GSM organizzerà due giornate di festa a Leguzzano, ridente località collinare, il 7 ed 8 luglio prossimi. Il Gruppo Speleologi Malo vi invita fin d’ora a partecipare alle iniziative organizzate e in particolare alla passeggiata di Sabato 7 luglio, che si svolgerà nei colli circostanti e toccherà alcuni ingressi di grotte, adatta a tutti anche con bambini, ma senza passeggini.